Il mio setup per quando lavoro da casa

Smart working, lavoro remoto, lavoro da casa… Chiamatelo come vi pare. In questi mesi di lockdown prima e di smart working poi, ho dovuto per forza di cose crearmi un piccolo ufficio casalingo.

Non potevo resistere molto a lavorare dal portatile, quindi sono tornato in ufficio a recuperare un po’ di cose, altre le ho acquistate.

Ecco cosa uso ad oggi, sono abbastanza soddisfatto del setup e sicuramente avrei potuto spendere di più, ma diciamo che non mi lamento.

Audio e video

Cominciamo dal reparto audio/video. Call, meeting… Tutto ormai ruota attorno a webcam, cuffie e microfono.

Partiamo dalla webcam. Ho cercato per settimane una webcam decente online: sparite. Ho risolto in maniera egregia con EpocCam: un’app (disponibile per iOS e Android) un’app che trasforma le fotocamere del vostro cellulare in una webcam Full-HD. Scaricate la trial, per capire se fa al caso vostro.

EpocCam, come dicevo, trasforma il vostro smartphone (e le sue fotocamere da 1000 megapixel) in una webcam wireless fatta e finita. Dovreste installare solo un piccolo driver sul vostro PC (o Mac) per permettere ai due device di interagire.

Con la versione a pagamento otterrete molte più feature: vi sfido a trovare una webcam bella come il vostro cellulare per 8.99€.

Ho montato il mio cellulare su un vecchio cavalletto per macchinette digitali grazie al Manfrotto MCLAMP (un connettore in plastica che permette di montare cellulari su cavalletti fotografici o di usarlo come piccolo cavalletto), e sono super soddisfatto del setup.

Se poi volete per forza una webcam, vi consiglio la Logitech Streamcam, senza se e senza ma.

Streaming a 1080p per 60 frame al secondo, anche in verticale (se siete amanti delle storie di Instagram o di TikTok). Peccato per il prezzo.

Per quel che riguarda la parte audio uso le mie fidate Sony MDR-10RC.

Audio perfetto e microfono chiaro e preciso (così mi dicono i miei colleghi).

Il monitor

Ho dovuto cedere e comprare uno schermo nuovo per poter lavorare senza diventare cieco. Ho scelto un monitor 4K da 28″.

Il Samsung U28E570D è un ottimo monitor.

  • Response time di 1ms
  • Audio passante
  • 2 porte HDMI e 1 porta display port

Per meno di 250€ non so se sia possibile trovare di meglio in giro al momento. Se proprio vogliamo trovargli un difetto… Le cornici ai bordi sono un po’ spesse, ma ci convivo facilmente.

Ho tutto lo spazio che mi serve, e anche di più.

Mouse e tastiera

Concludiamo la panoramica del mio setup casalingo con mouse e tastiera…

Ho una piccola tastiera meccanica con cui mi trovo molto bene e un Logitech M590 Bluetooth che supporta un massimo di 2 device in contemporanea. 1000DPI e passa la paura.

In conclusione…

Come vedete non è un setup super costoso e/o elaborato, ma mi ha permesso di lavorare tranquillamente e comodamente a casa per tutti questi mesi.

E chi vuole tornarci più in ufficio?

Dai Beppe Sala, basta.

Beppe Sala, sindaco di Milano, puntuale come un orologio, getta anche questa settimana il sasso del “basta smart-working” per poi nascondere subito la mano.

“È evidente che una parte della città è ferma perché qualcun altro non lavora in presenza. Capisco che c’è una necessità di smart working, però non consideriamola normalità.

Se dovessimo considerarlo normalità dovremmo ripensare la città e ripensare la città richiede tempo”.

Sai che c’è Beppe Sala? Basta.

Milano ha campato di storytelling e aperitivi post-ufficio per troppo tempo. Togli a Milano la gente che va a lavorare e cosa rimane?

Il turismo ormai te lo scordi, non puoi contarci fino alla ripresa completa/vaccino.

Il “milanese” non esiste più da 50 anni. Sono (siamo) tutti terroni che lavorano a Milano e quei pochi rimasti sono tutti nella loro casetta ad Alassio e non vanno certo ai Bagni Misteriosi se hanno l’alternativa.

Tantissimi ristoranti, bar, negozi campano con i pendolari, che magari si fermano anche per l’aperitivo, così evitano il traffico della tangenziale.

Di andare al ristorante è passata la voglia, di andare in giro anche, tra mascherine, metri di distanza, ecc…

Cosa rimane a Milano se togli i lavoratori? Rimane una città in gran parte brutta (siete mai stati in Bicocca o in Piazzale Maciachini? O a Corvetto? O anche solo fuori dall’area C?), bar e ristoranti che propongono cibo di merda a prezzi stratosferici e poco altro.

Beppe Sala non è uno scemo e lo sa. Non può vendere Milano se perde i suoi più grossi clienti. Non può sperare di vincere le elezioni (comunali o regionali che siano) se deve ripensare la città.

Lo smart working è qui per restare, le aziende stanno cominciando a capire ora i vantaggi (non solo economici) della cosa. E Milano ha paura.