Pasticceria “ciccio pasticcio”

Dove abito io (a 5/600m da casa mia) c’è questa pasticceria/bar davvero strana, aperta da almeno 3 anni. Apre tardi (alle 9:00), è chiusa nei giorni di festa (a Pasqua e Pasquetta era chiusa, per esempio) e non ci ho mai visto entrare nessuno.

Ho cambiato lavoro qualche mese fa e prima di cominciare a lavorare per la nuova azienda ho avuto qualche giorno libero attorno al Natale. Saranno state le 10 del mattino, spinto da morbosa curiosità entro per far colazione.

Immaginate la scena: di solito le pasticcerie prima del Natale traboccano di Panettoni, profumi e clienti. Non c’è nessuno. Bancone tristemente vuoto, neanche un alberello di Natale. Scopro che la commessa (o la proprietaria?) è appesa ad una scala per cambiare una lampadina e ci mette 10 minuti per venire a servirmi. Chiedo una brioche. Non ne aveva.

Prendo il mio caffé e me ne vado.

Ora, anche se la prima (e più probabile) ipotesi è quella che la pasticceria sia solo l’ennesima copertura per qualche operazione di riciclaggio di denaro sporco (in Brianza regna l’ndrangheta, ma pure la camorra si sta facendo spazio), mi piace credere che questa pasticceria tutta decorata di viola sia gestita da un pasticcere ricchissimo e pasticcione che ci mette tanto amore e passione in quel che fa, ma davvero, non gliene riesce una.

Oppure il pasticcere è talmente strafatto di eroina che crede di avere un negozio ben avviato quando in realtà è steso in un letto con la siringa perennemente nel braccio e la sua commessa fa quel che può pur di mantenere il posto di lavoro, non so, è che mi piace credere alle favole. Anche a quelle senza lieto fine.