Il muro di gomma di Deliveroo

Io non voglio usare Deliveroo. Per tutta una serie di motivi (etici, economici, quello che vi pare). A volte sono costretto a farlo, semplicemente perché la pizzeria migliore della zona usa Deliveroo in esclusiva e ieri non potevo uscire. Le altre pizzerie? Lasciamo perdere, non è pizza quella che vendono, vendono insulti alla cucina italiana.

Ma torniamo a Deliveroo. Di solito la pizza arriva calda, il povero asiatico che la consegna si ammazza per le strade con la sua (?) biciclettina elettrica e arriva in pochi minuti.

Ieri no. Ieri ci ha messo 20 minuti. La pizza è arrivata immangiabile. Chiedo rimborso. In pochi minuti ricevo 4.84€. Decisi da chi? Boh. Sulla base di cosa? Boh. Scrivo al servizio clienti in chat. Chi mi risponde non parla italiano e risponde con messaggi copiati da qualche foglio excel… Riassunto: “ti abbiamo dato 4.84€ e di più non ti diamo”. (facilmente hanno tolto il compenso al povero fattorino per darlo a me)

Scrivo al supporto clienti. Muro di gomma anche in questo caso.

Ovviamente adesso ho un motivo in più per non usare Deliveroo e certamente mi impegnerò di più per questo, non basta tutto il dilemma etico, c’è anche la questione di un’azienda che “non esiste” quando si tratta di risolvere un problema.

Ciao Paolo

Se eri, come me, uno dei “protagonisti” (parolone) del web 2.0 in Italia e frequentavi quelle cose strane chiamate BarCamp hai sicuramente incontrato Paolo/Wolly almeno una volta.

E sicuramente ti è rimasto in testa, un po’ perché era un omone grande e grosso dai modi piuttosto milanesi (ma non imbruttiti), un po’ perché era una di quelle persone che quando ci parlavi assieme ti lasciava “qualcosa”.

Da sinistra: Io, Roberta, Ilaria, Valentina, Michele, Giovanni e Paolo

Paolo ci ha lasciati nelle scorse ore. Da oggi siamo tutti un po’ più soli qui su Internet.

Guarda mamma, ho fatto una newsletter

Ho lanciato fullremote.it senza alcuna pretesa, una paginetta HTML e un tool con un generoso “piano gratuito”. Oggi siamo a 940 iscritti e i numeri sono in costante crescita.

FullRemote.it è una newsletter che raccoglie annunci di lavoro full remote di aziende che assumono anche sviluppatori italiani. Seleziono i migliori annunci manualmente (nessun bot o scraping di siti esistenti) e li confeziono in un’email che mando ogni mercoledì mattina: ogni email contiene circa una ventina di annunci

Oltra alla newsletter esiste anche un canale telegram. Nel canale posto gli annunci che non trovano spazio nella newsletter e link relativi al mondo del lavoro o dello sviluppo software.

Abbiamo sbagliato tutto

Questo post lo dedico a noi: gli scemi che lavoriamo, paghiamo le tasse, passiamo il tempo a formarci, a leggere libri, a frequentare webinar e corsi online, mentre gli altri fanno i soldi su Internet (in nero) alla faccia nostra.

Argomento di oggi non è onlyfans (mi spiace), ma i cartomanti di TikTok. Esatto, non ci credevo nemmeno io. La Gen Z crede ancora ad oroscopi e cartomanti.

In cambio di moneta virtuale, incassabile poi su PayPal, questi personaggi leggono carte e risposte da libri tipo questo a CENTINAIA di spettatori che li pagano tra le 100 e le 500 coin alla volta.

Ho visto live da 400 persone collegate contemporaneamente. C’era questa signora (vedi screenshot) che leggeva domande e rispondeva scartando carte da gioco napoletane, ovviamente solo dietro pagamento in coin di TikTok.

Vado a piangere dal commercialista

Il mio TikTok è differente

Ho un account TikTok dove metto video del mio cane. Metto like ogni tanto a qualche altro cane, video di “life hack”, stupidi o di cucina.

Nei “per te” TikTok mi propone costantemente:

  • Gatte morte 40enni e morti di figa al seguito (sarò targetizzato per età?) dove mediamente la caption del video è: “ho le tette ma non te le faccio vedere” (anche perché sono talmente cadenti che sono fuori dallo schermo) o “mi vorrei scopare dei 20enni, ne conoscete?”
  • Gente ai domiciliari con in sottofondo musica neomelodica (sarà perché il mio cognome non è proprio nordico?)
  • Donne e uomini che hanno business online. In realtà truffe basate sul multi level marketing (qui non ho idea del perché forse ho bisogno di roba del genere e non lo so). La cosa che spaventa è la quantità incredibile di gente che chiede informazioni su come fare soldi a questi sfigati che fanno video dicendo che non avevano da sfamare i figli e ora hanno 3000€ al mese di “stipendio” senza far nulla.

Mi sa che sto invecchiando…

Libertà digitale

Da qualche anno i miei account Instagram e Facebook sono privati: “amici” rimossi, contenuti ancora lì.

Non posto più da allora, al massimo mi sono concesso qualche commento in giro per pagine e gruppi.

Non avevo fatto il grande passo di fare un backup e cancellare gli account, ma oggi è quel giorno: account chiusi e grazie per tutto il pesce.

Liberarsi di WhatsApp sarà impossibile, ma va bene così. Prima o poi riuscirò anche in quello.

Immuni? No grazie.

Bravi tutti eh.

Bravo il governo che ha scelto quella che probabilmente è la più grossa realtà italiana di sviluppo mobile e non il solito caciottaro raccomandato.

Brava Bending Spoons, da sviluppatore non oso immaginare la pressione a cui sono stati sottoposti tutti i membri del team.

Un po’ meno bravi voi. Io non ho in alcun modo intenzione di contribuire a creare un pericoloso precedente di “tracciamento massivo della popolazione da parte del governo”, fosse anche garantita la mia privacy come in questo caso.

Creare un’abitudine al download di applicazioni “del governo” che “ti tracciano” e renderla una cosa “normale” va evitato in tutti i modi.

La prossima app potrebbe non essere così sicura.

Per gli autografi, da questa parte

In questa settimana di ferie non sono stato con le mani in mano: ho fatto un sacco di cose, ho addirittura pubblicato due libri. Come ho raggiunto questo straordinario risultato?

Se fossi fan di uno di quei guru del web vi direi: “ho semplicemente seguito il corso di Marco Gurupreneur che per soli 999.99€ mi ha insegnato come rimanere concentrato”.

In realtà ho solo investito un paio di giorni del mio tempo: ho unito una cosa che so fare (programmare, mi pagano per farlo di solito, quindi devo essere almeno “decente”, no?!) con una cosa che non sapevo fare (pubblicare libri in self-publishing sulla piattaforma Amazon KDP).

Di solito funziona così, non ho inventato nulla. Sin dai tempi antichi l’uomo ha preso qualcosa che sapeva fare e l’ha usato per fare qualcos’altro: vediamo un esempio.

Grog ha molto tempo libero: nel 5000 A. C. Facebook non è stato ancora inventato. Sa scalpellare la pietra, ma non sa come muoversi più velocemente. Un bel giorno vede rotolare dei sassi giù per una collina.

Gli viene un’idea.

Ordina subito uno scalpello nuovo su Amazon (sì, Amazon c’era già, fidatevi) e scalpellando pietre quadrate ottiene pietre tonde che attacca a dei contenitori di legno. Ora può muoversi con molta più facilità.

Mette la sua invenzione in vendita su Amazon, chiamandola ruota. Ottiene subito un successo enorme.

Quindi, tornando ai giorni nostri, ho preso quello che so fare, ho tirato fuori dal cilindro con un po’ di bestemmie un generatore di Sudoku (con tanto di soluzioni) e gli ho appiccicato questa libreria per la generazione di PDF.

Pubblicare poi il risultato su Amazon KDP è stato più facile del previsto. Basta seguire le istruzioni, produrre un PDF per il libro e uno per la copertina (la parte più fastidiosa è la definizione dei margini, ma niente di insormontabile), fare l’upload e decidere il prezzo.

Amazon si occupa di tutto il resto, come al solito, è quasi fastidiosa per quanto è precisa. I libri vengono stampati al momento dell’ordine e inviati a casa dell’utente freschi di stampa.

Il tutto senza nemmeno dover garantire un minimo di copie come fanno “certi editori” di mia conoscenza.

Quindi ora sono un autore pubblicato, e voi no. O meglio, non ancora. Non avete davvero scuse. Sorvoliamo sul fatto che si tratti di Sudoku (che nemmeno mi piacciono, preferisco le parole crociate), ma da qualche parte dovevo pur cominciare.

Prima o poi finirò anche quel romanzo che tratta di dinosauri programmatori. Ma prima vado a bullarmi con certi miei conoscenti che hanno pubblicato anche loro un libro in questo modo e fanno i professoroni su LinkedIn con titoli quali “Autore/trice di romanzi” (storia vera, ahimé).

Ah, curiosi di vedere i miei primi due capolavori? Li trovate qui:

Per gli autografi, da questa parte, prego.

Coronavirus e social network

3 (o 6?) casi confermati in Lombardia e il panico sui social è alle stelle. Su Facebook, visto che ho un po’ di tempo da perdere (sono a casa malato, niente coronavirus), ho trovato un po’ di tutto anche con l’aiuto di amici e colleghi.

  • La caccia all’untore: tutti vogliono I NOMI, che la privacy vada a quel paese
  • La colpa data al governo
  • Razzismo nei confronti dei cinesi
  • Medici della domenica che gridano alla quarantena per tutta la pianura padana e suggeriscono impacchi di vitamina C

Un popolo di santi, poeti, navigatori e virologi.